IL GIORNO DEL GIUDIZIO di Salvatore Satta

19.10.2025

Perché lo consigliamo?

Perché è un romanzo che va oltre la semplice lettura: è un'esperienza.
Satta costruisce un mosaico di esistenze, dando voce non solo ai protagonisti ma a un'intera comunità, come se la città stessa - Nuoro - raccontasse la propria storia. E' un testo che invita a rallentare, a leggere con attenzione e a lasciarsi immergere in un linguaggio che non teme la complessità.
 È un classico del Novecento italiano che meriterebbe di tornare al centro delle conversazioni letterarie, specialmente in un'epoca in cui la memoria collettiva rischia di essere schiacciata dal presente. 


Cosa ci è piaciuto di più?

Senza dubbio, la scrittura.
La prosa di Satta è intensa, solenne, meditativa. Ogni frase è pensata, scolpita, costruita con rigore e poesia insieme. Il romanzo riesce a dare spessore anche ai personaggi secondari, intrecciando le loro voci in una coralità che rende viva la città e la sua gente. Ci è piaciuta anche la prospettiva "dall'interno": non c'è un narratore esterno, ma uno sguardo che appartiene a quella terra, che ne conosce le pieghe più intime. Questa autenticità rende la lettura profondamente coinvolgente . 
 

C’è qualcosa che non abbiamo gradito?

Non è un libro facile. Il linguaggio è alto, denso, spesso attraversato da riflessioni giuridiche e morali che richiedono attenzione. La struttura non è lineare: i salti temporali e le divagazioni possono disorientare chi si avvicina al romanzo aspettandosi una narrazione tradizionale.
Non si tratta di veri difetti, ma di caratteristiche che possono rappresentare una barriera d'ingresso per chi è abituato a letture più immediate. E' un libro che chiede tempo. 
 

Frase da sottolineare:

«Tutti i vivi hanno in sé la morte, ma la morte non è uguale per tutti. C'è chi muore senza lasciare traccia, e chi invece rimane, come una voce che continua a interrogare il tempo. »


Questa lettura viene consigliata da Maria Rosaria Vitalone

Curiosità: venne pubblicato postumo nel 1977 e quasi per caso. Satta lo scrisse tra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50, ma non lo pubblicò. Il manoscritto fu ritrovato nel 1975 dall'editore Gallimard che lo pubblicò e, prima ancora di arrivare in Italia, ebbe grande successo in Francia e poi in Germania, dove venne letto come un capolavoro europeo del Novecento. I critici francesi lo paragonarono a Proust e Faulkner per la profondità dello sguardo e la densità stilistica. In Germania è tuttora considerato un libro di culto nelle università di letteratura italiana.

Buona lettura! 


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