IL SENSO DELLA FRASE di Andrea G. Pinketts

23.02.2025
Perché lo consigliamo?

Perché "Il senso della frase" è un romanzo unico, un noir che mescola ironia, follia e introspezione, trasformando la lettura in un’esperienza più simile a un viaggio mentale che a un’indagine classica. Perché Andrea G. Pinketts trasporta il lettore in una Milano cupa e grottesca, un labirinto urbano in cui si muovono personaggi eccentrici e memorabili: perdigiorno, psichiatre eccentriche, ninfomani imprevedibili, bugiarde patologiche, killer su pattini a rotelle, Babbi Natale assetati di sangue; personaggi, tutti, riflessi distorti di un'unica, sfuggente realtà. 

Perché si va oltre la narrazione, si vive un’esperienza letteraria che sorprende, diverte e ipnotizza con il suo linguaggio ricco e innovativo.
 
 

Cosa ci è piaciuto di più?

Il punto di forza indiscusso del romanzo è la scrittura di Pinketts. La sua prosa è un'opera d’arte, una fusione di ironia, giochi di parole e invenzioni stilistiche che trasformano ogni pagina in una scoperta continua. L’autore non si limita a raccontare una storia: modella la lingua come un artigiano della parola, creando immagini vivide e costruendo un ritmo narrativo ipnotico. La prosa di Pinketts è un gioiello: ricca, inventiva, capace di trasformare la lingua in un'esperienza sensoriale.


Cosa non ci è piaciuto?

Sebbene l’intreccio narrativo passi in secondo piano rispetto allo stile, si scoprirà che il vero piacere non è nella risoluzione del mistero ma nel viaggio attraverso le parole. Ed è un “viaggio” che non si dimentica.


Una frase da sottolineare


"Non so sciare, non so giocare a tennis, nuoto così così, ma ho il "senso della frase". Il senso della frase è Privilegio poiché, se lo possiedi, permette a una tua bugia di essere, se non creduta, almeno apprezzata. Nel caso poi, una volta tanto, tu ti decida a dire la verità, quella vera, quella che puzza perché non si lava con gli eufemismi, quella brutta perché non si ritocca né si abbellisce con la chirurgia estetica del ricordo, nel caso tu dica la verità, la verità pelosa, la verità arrapata, se possiedi il senso della frase la verità avrà l'aspetto un po' puttanesco eppure di classe di una bella menzogna.

Il senso della frase è il sesso della frase, il suono della frase, il significato della frase. Il senso della frase battezza la frase, la estremizza e anche se la degrada col turpiloquio, la promuove comunque rendendola, alla fin fine, definitiva. Il senso della frase è il punto di arrivo del concetto espresso quando la frase è ancora nell'utero. È il punto di non ritorno. Un "punto e basta". Un punto esclamativo ma, soprattutto, 666 punti esclamativi.

Diabolico senso della frase, io ti possiedo e ti amo. Fiato alle trombe di Eustachio, rimbombino le tube di Fallopio. Così è e così è stato.

Non so se si nasca con il senso della frase. Di sicuro ci si muore."


Manuela Costantini che consiglia questa lettura, ci precisa che con “Il senso della frase”, Andrea G. Pinketts (dove G sta per genio, diceva lui) ha vinto il Premio Scerbanenco nel 1995.


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