Perché è un romanzo che inizia compostissimo e scomposto, ordine e caos insieme, in una casa in cui ci sono lavori da fare e che è per metà ristrutturata magnificamente e per l’altra metà lasciata in rovina, con lavori fatti male e non portati a termine.
LE PAROLE PER DIRLO di Marie Cardinal
Perché lo consigliamo?
Perché illumina una zona di silenzio e di ombra.
Perché quella che Marie chiama "La Cosa", sembra aver vinto e il cuore batte all'impazzata e vivere diventa quasi impossibile.
Perché, però, a poco a poco, arrivano le parole che diventano vive e stanano l'inespresso.
E sono le parole provenienti dalla profondità dell'inconscio, quelle dei sentimenti e delle emozioni rimosse per tanto tempo, e sono tutte lì, davanti a lei che sa che non ci sono scorciatoie e allora continua.
Cosa ci è piaciuto di più?
La sapienza narrativa che diventa resoconto di vita e indicatore di una rinascita esistenziale inaudita. E il linguaggio è crudo e diretto, doloroso. E vero perché rifondato su un contatto profondo con il corpo, tanto che alla fine anche "La Cosa" potrà essere nominata, perché ci sono sempre, anche se nascoste - e dobbiamo trovarle in noi - le parole per dirlo.
C’è qualcosa che non abbiamo gradito?
Non aver potuto, parafrasando Salinger, telefonare a Marie e al gigantesco e splendido "ometto" che l'aiuterà a scovare quelle parole.
Frase da sottolineare:
"Le parole erano astucci, tutte contenevano una materia vitale. Le parole potevano essere veicoli inoffensivi oppure macchine variopinte da autoscontro che si urtavano nella vita quotidiana provocando scintille che non ferivano. Potevano essere particelle vibratili che animavano costantemente l'esistenza oppure cellule che si fagocitano, globuli che si coalizzano per ingoiare avidamente i microbi e respingere invasioni estranee. Potevano essere ferite o cicatrici di ferite, potevano somigliare a un dente marcio in un sorriso di gioia. Potevano essere giganti, rocce ancorate solidamente alla terra, grazie alle quali si possono attraversare torrenti in piena. Le parole infine potevano essere mostri, Ss dell'inconscio che rinchiudono i pensieri dei vivi dentro le prigioni dell'oblio."
Manuela Costantini consiglia questa lettura ed aggiunge: "Le parole per dirlo" è la storia di una rinascita, uscito in Francia nel 1975 e pubblicato in Italia per la prima volta nel 1977; in quegli anni fu letto e discusso da migliaia di donne in tutto il mondo. Resta un libro senza tempo in cui protagonista principale è la "parola".
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