Perché lo consigliamo?
Perché è una vera e propria favola-romanzo che unisce poesia, immaginario orientale, bellezza visiva e senso dell’avventura: racconta la storia di Yuko Akita, giovane poeta giapponese, e del suo viaggio alla ricerca non solo dell’arte, ma di un significato profondo nella vita: poesia, amore, colore contro il bianco. Perché è come leggere un lungo haiku, sospesi sulla neve.
Perché è un libro che parla di passione artistica, ricerca del sé, rinuncia sociale e coraggio. Yuko sfida le aspettative familiari e sociali, sceglie la poesia e compie un viaggio – sia reale che spirituale – che può parlare a chiunque si sia sentito diverso, inappagato, in cerca di bellezza.
Perché è poesia, racconto, sogno e ricerca — ed è un libro che resta con te, per quanto fragile e delicato possa essere.
Cosa ci è piaciuto di più?
L’atmosfera e l’estetica del bianco e del silenzio: la neve, i paesaggi giapponesi, la purezza, la solitudine — tutto è narrato con una delicatezza contemplativa che sembra dipingere immagini nevose in bianco e nero, in punta di penna. Questo crea una tensione emotiva e visiva molto forte, come poche altre storie.
Il tema dell’arte come via, come redenzione, come ricerca personale: la scelta di Yuko di diventare poeta, la sua ossessione per la neve, la sua ricerca di un “colore interiore” — non un colore visivo, ma spirituale — risuonano con chiunque abbia cercato qualcosa al di là dell’ordinario. La metafora è potente e universale.
La struttura minimalista e intensa: i 54 capitoli brevi, l’uso del ritmo, la prosa essenziale, i silenzi narrativi danno al libro una leggerezza apparente ma anche una profondità meditativa. Leggerlo è come respirare piano, come cercare il bianco dentro se stessi.
C’è qualcosa che non abbiamo gradito?
Non è un romanzo realistico, concreto e dettagliato ma deve essere letto come poetica sospensione, come sogno-racconto.
Frase da sottolineare:
"Ci sono due specie di persone. Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono. E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita. Ci sono gli attori. E ci sono i funamboli."
Proposta di lettura che arriva da Manuela Costantini che aggiuge "lo consiglio se non avete paura di “perdervi nella neve” — perché è un’esperienza che può trasformare, magari per un pomeriggio, magari per sempre."