Perché lo consigliamo?
Perché è un romanzo, un diario, un flusso di pensieri frammentati e ricordi dolorosi, una lettera d'amore, un elenco di errori, un saggio sul desiderio, sul corpo, sulla passione e sulla sofferenza.
È tutto questo, e tutto questo insieme. Toglie il respiro, accende il desiderio di un'emozione travolgente, spezza il cuore e allo stesso tempo alimenta la speranza che, un giorno, il dolore dell'amore lasci spazio a una nuova felicità.
Perché racconta l'amore in tutte le sue sfaccettature, il percorso intenso e talvolta doloroso che ciascuno di noi affronta quando ama.
Cosa ci è piaciuto di più?
La bravura dell’autrice che gioca con il lettore, conducendolo in un labirinto enigmatico in cui ogni personaggio è delineato con precisione, mentre il protagonista rimane avvolto nel mistero. Non è possibile definirne con certezza l'identità, né capire se sia uomo o donna, e questa ambiguità rende la lettura spietata e impossibile da lasciare. Il romanzo è un intricato gioco di indizi che suggeriscono senza mai rivelare completamente, creando un continuo equilibrio tra ciò che sembra e ciò che è. E questo elemento rende l'opera unica: all'inizio potrebbe apparire come la storia di un seduttore che finisce per perdersi nell'amore più sofferto della sua vita, ma in realtà è molto di più. È un grido all'amore, alla passione, al sacrificio, un viaggio emotivo in cui il desiderio si fonderà con la tempesta, la quiete con la rabbia, la serenità con il tumulto.
Cosa non ci è piaciuto?
Il dover chiudere questo libro dopo aver finito di leggere l'ultima pagina.
Una frase da sottolineare
Perché è la perdita la misura dell'amore?
«Voglio che tu venga da me senza passato, le frasi che hai imparato, dimenticale, dimentica di aver frequentato altri luoghi. Vieni da me come fosse la prima volta, non dire mai che mi ami fino al giorno in cui non me lo dimostri.»
Si ringrazia Manuela Costantini per questo suggerimento di lettura.