Perché è un romanzo che inizia compostissimo e scomposto, ordine e caos insieme, in una casa in cui ci sono lavori da fare e che è per metà ristrutturata magnificamente e per l’altra metà lasciata in rovina, con lavori fatti male e non portati a termine.
STO MOLTO MEGLIO DEI MIEI AMICI MORTI di Viviane Chocas
Perché lo consigliamo?
Perché esplora la memoria, l’identità e sfida i luoghi comuni.
Perché racconta un incontro tra generazioni e vite lontane solo all’apparenza.
Perché quell'incontro, che nasce dalle parole e si nutre di esse, dà vita a una conoscenza reciproca e diventa un percorso di crescita personale e riscoperta interiore.
E perché, alla fine, anche Blanche, riuscirà a liberarsi del peso del giudizio e del pregiudizio. E sarà lei, insegnante, a imparare dai suoi non tanto più giovani allievi che vivono interessandosi di tutto e turbandosi di nulla.
Cosa ci è piaciuto di più?
I cambi di registro narrativo: si ride, o meglio, si sorride, ma ci si commuove, ci si arrabbia anche un po’, ci si emoziona e ci si sorprende. Si alternano momenti di leggerezza e ironia a riflessioni profonde su questioni universali come la perdita, il ricordo e come l’eros e l’amore, presenti in ogni momento della vita. I tabù vengono sfatati con eleganza e la combinazione di profondità e motivazione, vivacità narrativa e temi non convenzionali, rendono questa lettura sorprendente.
C’è qualcosa che non abbiamo gradito?
Forse la quarta di copertina che non rende merito al romanzo. Non ci sono solo le bizzarre avventure di allegri vecchietti al centro di questa storia. C’è molto, molto, molto di più.
Frase da sottolineare:
“Avanti.
Su, sbrigati:
- La gioia di vivere che hai, spesso senza motivo, da quando metti piede giù dal letto al mattino;
- La tua voglia di ripescare le parole dalla gola di coloro che non hanno più consuetudine con esse, di farle riaffiorare in superficie maglia dopo maglia, come si fa con i ferri;
- Il tuo corpo a cui è sempre piaciuto danzare con l’altro, senza che tu sappia necessariamente perché
E
la
tua
valigetta
azzurra.”
Questo libro ci viene consigliato da Manuela Costantini e ci lascia una piccola curiosità:
Il titolo – potente – è tratto da un’intervista rilasciata a Le Monde nel 1985 da François Morellet, artista considerato il più grande precursore del minimalismo in Europa e uno dei più grandi maestri per quanto riguarda l’astrazione geometrica.
“Sto entrando in una fase meravigliosa in cui perfino quelli a cui non piaccio comprano le mie opere. In breve, sto molto meglio dei miei amici morti. Approfitto dei miei ultimi giorni di lucidità, ma non bisogna ostinarsi, sto arrivando al limite. La terrò informata.”
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