Perché lo consigliamo?
È un romanzo di formazione e rinascita interiore che mostra come l’amore e la passione possano infrangere la routine e riaccendere la vita. Con una prosa asciutta ma ricca di sfumature, Andrea De Carlo racconta la trasformazione di un uomo che, da una quotidianità grigia e ripetitiva, viene spinto verso una dimensione più autentica e rischiosa, dove il desiderio diventa forza motrice. L’autore ci accompagna tra la Milano ordinata e un po’ ipocrita dei primi anni ’90 e la Roma barocca e caotica, mettendo in scena un triangolo di personaggi – un giornalista frustrato, uno scrittore affermato e un’attrice affascinante – che incarnano potere, seduzione e cambiamento. Nonostante i riferimenti “d’epoca”, il romanzo resta un affresco vivido e lucido sulle dinamiche della passione, capace di far riflettere sul coraggio di inseguire ciò che ci rende davvero vivi.
Cosa ci ha colpito di più?
La trasformazione di Roberto, il protagonista, che da uomo intrappolato in una vita monotona e “vigliacca” diventa capace di mettersi in discussione davanti a un amore travolgente e a un ambiente completamente nuovo. Affascinante e ambigua è la figura dello scrittore di successo, che funge da mentore e manipolatore, guidando Roberto verso una presa di coscienza tanto dolorosa quanto necessaria. Di grande impatto anche la rappresentazione del mondo editoriale e politico dei primi anni ’90, intriso di cinismo e consociativismi, oggi quasi “esotico” ma ancora ricco di fascino. Alcuni passaggi riflessivi sull’amore e sulla passione – come quello dedicato alle “zone d’ombra” che alimentano il desiderio – rimangono tra i momenti più intensi e memorabili del romanzo.
C’è qualcosa che non abbiamo gradito?
Alcuni tratti del protagonista possono risultare irritanti, per la sua rassegnazione e il suo vivere “di comodo” e alcune parti che possono apparire lente; ma tutto è funzionale alla narrazione, alla psicologia dei personaggi e al finale “perfetto”.
Una frase da sottolineare:
"... anche se siamo degli animali molto complessi basta un minimo di osservazione per capire come funzioniamo. Una passione si alimenta di quello che non sai di un'altra persona, molto più di quello che sai. (...) Sovrapponi le tue fantasie alle zone d'ombra, e se ci sono tante zone d'ombra hai ancora più spazio, puoi farci stare dei sogni interi. Ma il guaio di una passione è che produce molta luce concentrata, è solo questione di tempo prima che rischiari ogni piccolo angolo. E di solito non ci trovi più molto, quando l'ombra si è dissolta. (…) La passione acceca talmente la nostra capacità critica e il nostro senso dell'umorismo, non ci rendiamo affatto conto di cosa stimo facendo. consumiamo di accusare e rimproveri e rinfacciamenti senza fine. Ma sono stati i nostri meccanismi interni a imbrogliarci, non è colpa di nessuno.”