Perché lo consigliamo?
Orgoglio e pregiudizio è un grande classico della letteratura, Jane Austen una scrittrice audace per l’epoca in cui visse. Con i suoi romanzi riesce a descrivere l’Inghilterra del XIX secolo, facendo immergere il lettore nella sua epoca attraverso storie più o meno intriganti e struggenti, con ironia e romanticismo, spiegando le dinamiche tra le diverse classi sociali. Porta a riflettere sulla condizione familiare del suo tempo, sui sentimenti e sulla psicologia dei personaggi, ciascuno di essi rappresenta una condizione di ceto dell’epoca Georgiana. Infatti, non mancano le precise e armoniose descrizioni delle varie figure letterarie. Con questo suo romanzo tocchiamo l’apice della critica alle tradizioni o alle norme comportamentali piuttosto rigide di quegli anni. La storia che racconta la definirei una dolce danza di emozioni contrastanti a causa delle convenzioni sociali sbeffeggiate con intelligenza dalla scrittrice. Jane Austen in Orgoglio e pregiudizio è abilissima a barcamenarsi in questa matassa ingarbugliata di persone, chiacchiericci ed opinioni. Tiene le fila delle vite di tutti come un’abile marionettista e anche i personaggi secondari ci appaiono ben delineati nelle loro idee e peculiarità, come ad esempio, Mr. Collins, il lontano cugino che eredita la proprietà della famiglia Bennet, composta da cinque figlie “tutte da maritare” come convenzioni vorrebbero, soprattutto desiderio di Mrs Bennet (madre della protagonista, Liz, che provoca in quest’ultima – e non solo! - sentimenti di imbarazzo nella maggior parte del tempo). O ancora Lady Catherine De Bourgh, zia di Mr Darcy (protagonista maschile e futuro sposo di Liz), le cui uniche funzioni sono quelle di provocare in chi legge una feroce orticaria, tuttavia grazie alla sua presenza si arriva all’epilogo dell’intera vicenda attorno alla quale ruotano quei chiacchiericci che oggigiorno chiameremmo gossip, party nei roof-garden, chat “in dm”.
Cosa ci è piaciuto di più?
In primo luogo è divertente! La famiglia Bennet, con le sue cinque figlie tutte dai caratteri diversi, è fenomenale. È una commedia romantica dove l’equivoco ed il pregiudizio vengono portati all’estremo. Ne consegue che, il sentimento di orgoglio dei due protagonisti, causato dai molteplici malintesi – il più delle volte esilaranti e che rappresentano la mentalità rigida e bigotta dell’epoca – è solo uno specchio attraverso il quale guardarsi dentro, interrogarsi su sé stessi e i propri impulsi.
In secondo luogo il personaggio del padre di Liz, Mr. Bennet. Un uomo intelligente, sarcastico e solitario. Come abbia potuto sposare la signora Bennet, tanto lontana dai lui nei modi? La risposta è banale, soprattutto per un tipo come lui, ma tant’è: per la sua bellezza, della quale sembrerebbe poi essersi anche stancato. Il signor Bennet ha un’indole solitaria, che mal si addice alla società londinese dell’Ottocento, per questo infatti si ritira in campagna così da centellinare i contatti e godere in privato delle sue bizzarrie. Ovviamente in tal modo priva alle figlie occasioni di studio a Londra per una adeguata istruzione, come usanza vuole. Insomma il primo anarchico nella storia dei romanzi ottocenteschi. In verità, analizzando meglio la sua figura, scopriamo un padre dedito alla cura delle figlie quali esseri umani pensanti, esseri umani liberi nelle loro scelte, anche le più stravaganti e controcorrente (soprattutto se di mezzo c’è l’onorabilità del nome della famiglia), ma comunque liberi da ogni sorta di convenzione sociale.
In ultimo, perché è un testo maledettamente ancora attuale nonostante i tempi siano cambiati. La società del chiacchiericcio quale gossip, delle dicerie quale pettegolezzo infondato e dei giudizi quale verdetti finali sono il gomitolo in cui si intrecciano i rapporti interpersonali di ieri, di oggi e forse anche di domani. Un testo-mirror della realtà umana..
C’è qualcosa che non abbiamo gradito?
Niente!
Frase da sottolineare:
"Un progetto che promette soltanto delizie non è possibile che riesca; non si evita il disinganno totale se non pagandolo con qualche contrarietà particolare”.
Ilaria Muccetti consiglia questo testo pubblicato per la prima volta nel 1813. Dal romanzo sono stati tratti tre versioni cinematografiche: 1940, 1995 e 2005.