Perché lo consigliamo?
Perché è un romanzo che parte come un'indagine e diventa qualcos'altro: una riflessione profonda sul buio che può nascondersi anche dietro le vite più brillanti. Chi racconta la storia è Mike Hoolihan, detective dura e ferita, ed è uno degli elementi più riusciti: lei è diretta, sincera, a tratti spiazzante. Amis costruisce un noir anomalo, che non cerca la soluzione facile ma scava nelle crepe della mente umana, e proprio per questo lascia qualcosa addosso. Lo consigliamo perché è un libro breve ma denso, stilisticamente perfetto e capace di sorprendere, anche chi conosce già l'autore nella sua vena più ironica o satirica...
Cosa ci è piaciuto di più?
Senza dubbio la voce narrante: Mike è complessa, tormentata, e racconta la storia con un tono unico, abrasivo e vulnerabile allo stesso tempo. Ci è piaciuto come Amis sia riuscito a usare un plot da giallo per parlare di temi molto più grandi — il suicidio, il senso di inadeguatezza, il mistero dell'animo umano. La tensione non nasce dall'azione, ma dal confronto con l'assenza di risposte. E lo stile, asciutto e controllato, rende ogni pagina incisiva.
C’è qualcosa che non abbiamo gradito?
Il finale può lasciare un senso di sospensione ma la verità non deve essere necessariamente rassicurante.
Frase da sottolineare:
"Il suicidio è come il treno della notte, che ti fionda nelle tenebre. Non c'è altro modo di arrivarci così in fretta, non con mezzi naturali. Compri il biglietto e sali a bordo. Quel biglietto ti costa tutto ciò che hai, ed è un biglietto di sola andata. Il treno ti porta nella notte, e lì ti lascia. È il treno della notte."
Questa lettura viene consigliata da Manurla Costantini. .
Curiosità: il romanzo è stato pubblicato nel 1997 da Einaudi con la traduzione di Gaspare Bona.
Buona lettura!